giovedì 15 gennaio 2009

UN CASE-STUDY : IL SINN FEIN PARTY IRLANDESE

Il Sinn Féin è un partito indipendentista molto attivo sia nell' Irlanda del Nord, dove proclama la necessità dell'unità irlandese, che nella repubblica d'Irlanda, sostenendo ideali repubblicani e laburisti. "Sinn Féin", in gaelico, significa "solo noi", ed infatti il Sinn Féin nasce come partito di propaganda politica, supportando la causa dell'indipendenza irlandese. Pur avendo sostenuto una autonomia monarchica dell'irlanda (sostenendo la nascita di un regno d'Irlanda autonomo rispetto a quello Inglese), nel 1916, nel corso dell'insurrezione di Pasqua, sposa la causa repubblicana. Nelle elezioni del 1918 ottiene 73 dei 105 seggi spettanti alla rappresentanza irlandese a Londra: nasce così un parlamento autonomo, con un governo provvisorio presieduto da Eamon De Valera. Con il "patto di Londra" l'iniziativa indipendentista subì forti limitazioni : l'Ulster restava sotto la completa giurisdizione Britannica, ed il potere, nel suo complesso, restava nelle mani della Corona inglese. Furono gli anni della guerra civile irlandese: De Valera si staccò dal Sinn Fèin , alla cui presidenza era intanto stato eletto Michael Collins. Dal 1922 al 1934 il Partito mantenne la maggioranza, per poi affrontare una fase di grave declino terminata nel 1989, anno in cui è ripresa la crescita di consensi : solo nel 1997, però, il SF è riuscito a far rieleggere un proprio deputato, col 2,6% di voti. L'attuale consenso, in Eire, si aggira sul 7%. La sua presenza nel Parlamento dell'Irlanda del Nord (26,2% nelle elezioni 2007) consiste in 28 deputati, a conferma della continua crescita del Partito (dal 10% del 1982 al 23,5% del 2003).
Nel blog potrete trovare diversi link ove reperire notizie ed articoli sul Sinn Fein

sabato 10 gennaio 2009

E-Democracy : metodi di rilevazione

Nell’ultimo post, come spesso avviene, siamo giunti al punto nodale di ogni questione scientifica : IL METODO.
Anche su questo, com’è ovvio, ognuno dice la sua e, per fortuna, non è tra gli scopi di questo blog l’invenzione di un nuovo metodo di individuazione/rilevazione di indici di democrazia in rete; a scopo di studio ci basterà soffermarci su metodi già in uso.
Intanto, non vorrei dare l’impressione di portare avanti un discorso“appiattito”, per così dire, sulla posizione del Cittadino; in primo luogo, perché non stiamo trattando di una situazione nettamente dicotomica, di tipo antagonistico fra cittadino ed istituzioni, ma piuttosto di quello che dovrebbe essere uno sforzo sinergico per affrontare con mezzi nuovi la realtà sociale; in secondo luogo, perché le stesse Istituzioni democratiche hanno la necessità di affrontare decisioni sempre più complesse e di vasto effetto con il massimo coinvolgimento del corpo sociale e – ove possibile – con il suo consenso.
E’ così che prende corpo una nuova maniera di “governare comunicando”, per la quale il contatto con i Cittadini e fra i Cittadini è strumento democratico, agito con l’aiuto della tecnologia.
Chiaramente, affinché questo nuovo approccio possa funzionare, è necessario che il Cittadino sia ampiamente informato sulle tematiche in gioco, sui progetti in corso e sul loro evolversi sia dal punto di vista normativo che attuativo.
E anche se la chiarezza e l’accessibilità dei testi, l’appeal delle vesti grafiche non sono secondari per un pubblico avvezzo alla comunicazione pubblicitaria, la possibilità di interagire con i decisori e di partecipare, sia online che offline, al dibattito politico/istituzionale costituiscono gli elementi primari di tutto il processo.
Da questo stato di cose sono scaturite riflessioni che hanno portato studiosi di tutto il mondo ad indicare l’informazione, il dialogo e la consultazione fra i fattori essenziali su cui fondare un metodo di classificazione della E-Democracy.
In coerenza con tale ipotesi, è utile citare una indagine OCSE del 2001 "Citizens As Partners. Information, Consultation and Public Participation in Policy Making" che, analizzando vari processi di partecipazione popolare alle politiche nazionali, ne ha individuato come fasi principali :

Ø Informazione;
Ø Feedback;
Ø Consultazione;
Ø Partecipazione ;
Ø Valutazione dei risultati.

Con riferimento a tali fattori è possibile determinare tutta una serie di parametri, indicativi del grado di efficacia degli strumenti online di E-Democracy, dai blog, ai forum, ai siti istituzionali. Il tentativo è quello, attraverso l’uso di tali parametri omogenei, di “misurare” l’accessibilità degli strumenti di comunicazione e la loro capacità di coinvolgimento diretto dell’utente/cittadino in contesti lontani da quello, classico, dell’espressione della propria opinione mediante il voto.
Fra i vari metodi in uso per la valutazione dei livelli di E-Democracy delle Istituzioni e dell’efficacia degli strumenti informatici utilizzati, si possono citare l’indice WAES (nato per la valutazione dei siti istituzionali di governi e/o ministeri), l’indice E-PI (per la valutazione dei siti web – ufficiali - dei partiti politici) e l'E-LI (per la valutazione dei siti web – istituzionali - dei Parlamenti).


10 gennaio 2009