E-Democracy
Il concetto di Democrazia è, notoriamente, antichissimo : viste le migliaia di sfumature che ha acquisito dall’epoca degli antichi Greci ad oggi, quindi, non sarà certo questa l’occasione per darne una ulteriore definizione. Sarà però oggetto di alcune riflessioni : quando si parla di Democrazia – e faccio riferimento soprattutto alle persone della mia generazione – il pensiero va subito alla partecipazione alla cosa pubblica attraverso il voto; e volendo concettualmente individuare una “Democrazia ancora più democratica “ - mi si faccia passare questa iperbole - da questo concetto di democrazia rappresentativa ci tocca passare a quello di una cosa pubblica “partecipata” dalla gente che vive attivamente i processi democratici del proprio paese : la democrazia partecipativa. La mia generazione non s’era nemmeno ancora abituata a questa evoluzione del concetto che, prepotentemente (e, direi, necessariamente) ne è emerso un altro: nell’era di Internet e della caduta delle ideologie è sorta la necessità di declinare in maniera nuova e più adatta ai mezzi di partecipazione sociale questo vocabolo, soprattutto per quella parte della Società che più consapevolmente vive la propria “immersione” in quest’epoca cibernetica.
Al nuovo concetto è corrisposto un nuovo nome : dalla associazione dei vocaboli Elettronica e Democrazia è nato il termine “E-Democracy” , che testimonia della partecipazione di due entità – apparentemente distanti – che nel mondo di oggi, invece, interagiscono spesso, attraverso Internet e le moderne tecnologie di comunicazione .
Electronic-Democracy, dunque , e dal mondo anglofono (come per antonomasia è quello informatizzato) il termine E-Democracy si è rapidamente ed universalmente diffuso per indicare l’uso dell’ICT nell’ambito dei processi democratici.
Inutile dire che anche questo vocabolo sta seguendo la sorte del suo avo greco: appena nato, è già oggetto di decine di diverse interpretazioni.
Ma seppure cambiano il nome e i mezzi con i quali la Democrazia viene esercitata, la sostanza resta quella che è: anche la Democrazia Elettronica nasce dalla necessità di far incontrare i bisogni dei popoli con le attività di governo delle Istituzioni che li rappresentano o che li amministrano.
E questo incontro, sul web, si materializza attraverso varie possibilità di accesso: l’accesso alle informazioni; l’accesso a modalità virtuali di partecipazione (sondaggi, voto elettronico, ecc.); l’accesso a luoghi virtuali di discussione (forum, newsgroup).
Ciò detto, aleggia tra queste righe una parola non ancora scritta; si intravede l’ombra di un concetto che, nella sua semplicità, è fra i più difficili da tradurre in pratica : TRASPARENZA.
Tutte le idee sin qui espresse, le possibilità di partecipazione virtuale, le possibilità di discussione, sono vincolate indissolubilmente alla effettiva possibilità di accesso trasparente a mezzi ed informazioni che, nella gran parte, potrebbero essere oscurati.
E se, quando si pensa all’oscuramento delle informazioni, si corre subito con la mente ad un Grande Fratello che maliziosamente le cela, pure non bisogna dimenticare che una gran parte dell’Umanità è esclusa dall’accesso in rete alle informazioni dal Digital Divide, dal divario - sociale ancor prima che - digitale, che la costringe in condizioni di emarginazione.
Se dall’ambito mondiale/globale scendiamo a quello nazionale/particolare, poi, tale divario è replicato, pur con diverse proporzioni. Ed è a questo livello che dobbiamo guardare, dandoci un metodo di osservazione che ci consenta di penetrare il concetto di E-Democracy, di valutarne i significati attribuitigli dalle varie comunità, di capire in che modo Governi, Istituzioni e Cittadini partecipano alla loro vita comune servendosi dei mezzi messi a disposizione dalle moderne tecnologie.
14 dicembre 2008
***
Al nuovo concetto è corrisposto un nuovo nome : dalla associazione dei vocaboli Elettronica e Democrazia è nato il termine “E-Democracy” , che testimonia della partecipazione di due entità – apparentemente distanti – che nel mondo di oggi, invece, interagiscono spesso, attraverso Internet e le moderne tecnologie di comunicazione .
Electronic-Democracy, dunque , e dal mondo anglofono (come per antonomasia è quello informatizzato) il termine E-Democracy si è rapidamente ed universalmente diffuso per indicare l’uso dell’ICT nell’ambito dei processi democratici.
Inutile dire che anche questo vocabolo sta seguendo la sorte del suo avo greco: appena nato, è già oggetto di decine di diverse interpretazioni.
Ma seppure cambiano il nome e i mezzi con i quali la Democrazia viene esercitata, la sostanza resta quella che è: anche la Democrazia Elettronica nasce dalla necessità di far incontrare i bisogni dei popoli con le attività di governo delle Istituzioni che li rappresentano o che li amministrano.
E questo incontro, sul web, si materializza attraverso varie possibilità di accesso: l’accesso alle informazioni; l’accesso a modalità virtuali di partecipazione (sondaggi, voto elettronico, ecc.); l’accesso a luoghi virtuali di discussione (forum, newsgroup).
Ciò detto, aleggia tra queste righe una parola non ancora scritta; si intravede l’ombra di un concetto che, nella sua semplicità, è fra i più difficili da tradurre in pratica : TRASPARENZA.
Tutte le idee sin qui espresse, le possibilità di partecipazione virtuale, le possibilità di discussione, sono vincolate indissolubilmente alla effettiva possibilità di accesso trasparente a mezzi ed informazioni che, nella gran parte, potrebbero essere oscurati.
E se, quando si pensa all’oscuramento delle informazioni, si corre subito con la mente ad un Grande Fratello che maliziosamente le cela, pure non bisogna dimenticare che una gran parte dell’Umanità è esclusa dall’accesso in rete alle informazioni dal Digital Divide, dal divario - sociale ancor prima che - digitale, che la costringe in condizioni di emarginazione.
Se dall’ambito mondiale/globale scendiamo a quello nazionale/particolare, poi, tale divario è replicato, pur con diverse proporzioni. Ed è a questo livello che dobbiamo guardare, dandoci un metodo di osservazione che ci consenta di penetrare il concetto di E-Democracy, di valutarne i significati attribuitigli dalle varie comunità, di capire in che modo Governi, Istituzioni e Cittadini partecipano alla loro vita comune servendosi dei mezzi messi a disposizione dalle moderne tecnologie.
14 dicembre 2008
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